Nasce questo dal fatto che a giorni diventerò nonno.
I biberon per neonati sono tradizionalmente realizzati in diversi tipi di materiali plastici, ognuno con caratteristiche specifiche:
1. Polipropilene (PP):
– Molto comune nei biberon moderni, il polipropilene è apprezzato per essere leggero, infrangibile e resistente al calore. È una plastica priva di bisfenolo A (BPA), il che lo rende una scelta rispetto ad altri materiali plastici utilizzati in passato.
2. Polietersulfone (PES):
– Una plastica più resistente e trasparente rispetto al polipropilene. Anche il PES è senza BPA e viene utilizzato per la sua durata e la capacità di resistere alle alte temperature senza deformarsi.
3. Polietilene ad Alta Densità (HDPE):
– Il polietilene ad alta densità è meno comune, ma viene utilizzato in alcuni biberon per la sua resistenza chimica e fisica. È anche privo di BPA e di altre sostanze nocive.
4. Silicone:
– Sebbene tecnicamente non una plastica, il silicone di grado medico è utilizzato nella realizzazione di alcune parti dei biberon, come le tettarelle. Il silicone è morbido, duraturo e sicuro da sterilizzare ad alte temperature.
5. Materiali Privi di Bisfenolo A (BPA-Free):
– Dal 2011, l’Unione Europea ha vietato la vendita di biberon in plastica contenenti BPA a causa dei suoi potenziali effetti nocivi sulla salute. Pertanto, tutti i biberon ora devono essere privi di BPA, con molte aziende che utilizzano materiali alternativi come il polipropilene, il PES e il silicone.
Ora TITOLO post di FOCUS del 21 ottobre 2020
Salute Biberon e microplastiche
A contatto con acqua e alimenti molto caldi i contenitori in polipropilene, come i biberon, possono rilasciare milioni di particelle di microplastica.
Quando si beve da una bottiglia in plastica o si mangia da un contenitore per il microonde ci sono notevoli probabilità che si stia utilizzando un contenitore in polipropilene, un materiale pensato per essere sicuro, adatto a molte applicazioni, tra le quali appunto i contenitori per alimenti che richiedono acqua a temperatura elevata o microonde per essere preparati.
[…]
L’esperimento si è allargato a tutti i contenitori in propilene, compresi i biberon utilizzati per il 78 per cento dei bambini del mondo – passando in rassegna la stragrande maggioranza (83%) dei modelli in commercio. Lo studio evidenzia che per ogni litro di acqua calda sopra i 70 °C, utilizzata per lavare il biberon o miscelare il cibo, vengono rilasciate fino a 16 milioni di particelle di microplastica con dimensioni inferiori ai 20 micrometri (20 millesimi di millimetro). Quando l’acqua è stata portata a 95 °C (consigliata per molti cibi e per la sterilizzazione) la quantità di particelle rilasciata è salita a 55 milioni per litro.
ECCO LA DOMANDA E LA RISPOSTA
Domanda ID 441 – Microplastiche – Maggio 2024
Domanda posta
L’impresa è tenuta a segnalare le microplastiche all’interno della struttura (“generate o utilizzate”)? Riferimento ESRS Requisito informativo ESRS E2-4 paragrafi 28 (b) e AR 20
Parole chiave Microplastiche
Sfondo
Il paragrafo 28, lettera b), dell’ESRS E2-4 recita: «L’impresa deve pubblicare gli importi … di microplastiche generate o utilizzate dall’impresa».
L’ESRS E2-4, paragrafo AR 20, recita: “Le informazioni da fornire sulle microplastiche ai sensi del paragrafo 28, lettera b), includono le microplastiche che sono state generate o utilizzate durante i processi di produzione o che sono approvvigionate e che lasciano gli impianti dell’impresa come emissioni, come prodotti o come parte di prodotti o servizi. Le microplastiche possono essere prodotte involontariamente quando […] Risposta
Se materiale, un’impresa deve fornire, come minimo, informazioni sulle quantità di microplastiche che genera o utilizza.
Si riferiscono alla generazione o all’uso intenzionale o non intenzionale, sia attraverso i processi di produzione che di approvvigionamento.
Ai fini della rendicontazione sono da considerare le microplastiche che escono dagli stabilimenti dell’impresa sotto forma di prodotti, parti di prodotti o servizi, ovvero le emissioni.
Non è necessario segnalare le microplastiche che restano all’interno delle strutture, che vengono utilizzate nei processi produttivi e che rappresentano l’inventario utilizzato per i processi aziendali, in quanto non lasciano le strutture.
La legislazione in materia di microplastiche è attualmente in evoluzione; pertanto, in futuro potrebbero essere previsti requisiti più definiti.